Manuel Giobbi | Cantina Mazzola

La cosa più importante che ho capito in questi anni è che c’è tanto ancora da scoprire, studiare e sperimentare. (Manuel Mazzola)

Mi chiamo Manuel Giobbi e sono il fondatore di Cantina Mazzola.

Ho iniziato i primi passi nel mondo del vino e dell’olio extravergine nel 1996: ero un semplice appassionato con la fortuna di ritrovarsi un vigneto ed un garage interrato in mezzo alla vigna con un paio di piccole cisterne in acciaio. Con la famiglia facevamo semplice vino sfuso con attrezzature hobbistiche da bere con gli amici. Tuttavia per anni ho sempre accarezzato l’idea che sarebbe stato bello fare vino davvero.

Nel 2008 la prima prova: ho preso coraggio e, affittando attrezzatura professionale sotto la guida di un vero enologo, ho prodotto il primo vino “professionale”. L’idea era quella di capire il vero potenziale del vigneto. Dopo quella prova nulla è stato più come prima.

Completamente rapito, ho iniziato a fare le prime vinificazioni con un progetto di vino vero e proprio. Ripensando a quel periodo posso dire di essere stato completamente impreparato, ma sapevo che questa vigna aveva una storia molto lunga e non poteva essere per caso; soprattutto avevo chiaro in mente che il vino doveva essere espressione diretta del vigneto, dal quale cogliere ogni sfumatura senza modificare nulla. La massima espressività del terroir.

Da quel momento sono iniziati vari percorsi, esperimenti e tentativi. Questa era ed è sempre stata la strada che ho seguito fino ad oggi. Il linguaggio del vigneto è sempre stato chiaro: vini importanti, grandi rossi, e bianchi da “addomesticare” ricercando equilibrio…

Non a caso il primo vino definitivo dopo vari tentativi è stato un rosso: il SangVineto, nel 2014 dopo 6 anni di tentativi. Sono nati anno dopo anno altri vini, frutto di sperimentazioni e ricerca con la sola direttrice: la massima espressività del terroir nelle sue varie forme e senza nulla modificare. Per me i confini sono sempre stati molto chiari: vini corretti, bilanciati, più eleganti che potenti.

Procedendo per sperimentazioni, ho sempre avuto una direzione precisa, una “voce” da seguire: oggi i vini “urlano” terroir, e mi rappresentano appieno.

La cosa più importante che ho capito in questi anni è che c’è tanto ancora da scoprire, da studiare e da sperimentare, alimentando molto entusiasmo. Vedo una crescita costante nei vini di oggi e novità in arrivo sempre dietro… ogni calice.